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     Il patrimonio storico artistico del Museo di Casa Professa è costituito da opere di pittura, scultura e arte decorativa proveniente dalla Chiesa del Gesù e dalla Casa annessa, da vari collegi siciliani della Compagnia, ma anche da donazioni private. Attraverso queste importanti opere d'arte è possibile ricucire la storia stessa dell'Ordine, la sua complessa cultura intrisa di profondi riferimenti simbolici, ma anche la storia stessa di Palermo e della sua identità religiosa.
Il percorso museale parte entrando attraverso un cancello al centro della balaustra. Si accede così all'Abside centrale con il suo meraviglioso apparato artistico.
Sulle paraste ai lati trovate la rappresentazione dell'elemento fuoco; la mietitura e la vendemmia.Vedi foto qui.
Alla fine dell'Abside centrale si trovano quattro paraste raffinguranti le quattro virtù cardinali. Da destra a sinistra: Prudenza (per approfondimento clicca qui), Fortezza (clicca qui), Giustizia (clicca qui) e Temperanza (clicca qui).
Davanti trovi la scena della Trinità che guarda il mondo (per approfondimento clicca qui).
Ai lati due scene teatrali, opera di Gioacchino Vitagliano, su modelli di Giacomo Serpotta. A destra il re Davide riceve dal sacerdote Achimelec cinque pani per i soldati (clicca qui). A sinistra il re Davide incontro Abigail (clicca qui).
Da lì si potranno accedere anche alle cappelle laterali: Cappella si Sant'Anna, a sinistra, della Sacra Famiglia, opera di Giacomo Serpotta, e di San Luigi Gonzaga alla destra. Oltepassando la porta alla fine dell'Abside centrale si accede a un'altra porta di fronte per entrare nella maestrosa Sacrestia. Gli imponenti armadi del seicenteschi, intagliati dal lombardo gesuita Giovan Paolo Taurino (1580 ca. - 1656), in cui il lessico tardomanierista si esprime in una ridondanza già barocca. Nella lunetta di controfacciata è l'affrescato raffigurante il Sogno del profeta Elia di Orazio Ferraro (1561-1643). Sull'altare si ammira la seicentesca macchina lignea con il monumentale reliquario e un crocifisso più tardo.
Uscendo dalla Sacrestia, attraverso il corridoio a sinistra, si arriva alla sala intitolata al fondatore dei gesuiti: Sant'Ignazio di Loyola. nell'ampio ambiente sono esposti i paramenti liturgici di età barocca appartenenti alla chiesa del Gesù (paliotti figurati, paliotti architettonici ornati anche da grani di corallo (fino a marzo in esposizione ad una mostra) e quello con l'imponente carro della fede, trainati da Sant'Ignazio do Loyola e San Francesco Saverio, con davanti i quattro evangelisti simboleggiati dal leone, dall'aquila, dall'uomo e dal bue. Dietro compaiono filosofi, come Aristotele, Platone, Socrate, ritenuti precursori della dottrina cristiana. Il paliotto è stato realizzato su un rifacimento di un cartone del Rubens. Nella stessa sala, al centro, si trova collocato il Fercolo processionale con la statua di Sant'Ignazio di Loyola, databile ai primi anni dell'Ottocento.
Il percorso conduce a un disimpegno dove, durante i lavori di restuaro, è stata rinvenuta la scala originaria di ingresso alla cripta di San Calogero. Work in progress

Sacrestia

Realizzato tra il 1621 e il 1634 dal gesuita Giovanni Paolo Taurino

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